A tutti i gruppi della Parrocchia, a tutti i volontari in particolare alla nostra splendida Corale Sant’Antonio

11 Mar

Carissimi fratelli e sorelle,
a volte nel camminare insieme, soprattutto quando si è in tanti, quando ci sono diversi gruppi all’interno di una Comunità cristiana, si crede essere indispensabili, insostituibili perché si mette a servizio gratuito il proprio tempo, i propri carismi col rischio di sentirsi troppo importanti, di essere i detentori del bene e della verità. Non è così!
Devo dire il contrario: quando si pensa questo è tempo di fermarsi perché ciò che si sta mettendo in campo è solo il proprio IO.
Questa considerazione nasce dalla tristezza, dallo sconforto di alcuni, compreso il sottoscritto, che si sentono traditi da altri che credevano essere loro amici con qui stavano condividendo un percorso, un’avventura significativa, un esperienza di Chiesa che si è trasformata, per alcuni, in un gioco di potere, di gelosie, di egoismo, di pettegolezzo. Questa non è un esperienza positiva, tutt’altro è esperienza a senso unico che dovrebbe trasformarsi in qualcosa di positivo. Per far questo le persone coinvolte dovrebbero mettersi in discussione, sforzarsi di adeguarsi ai tempi del gruppo nella sua individualità e nella sua interezza. Non è per tutti, l’abbiamo visto e sperimentato (con alcuni soggetti della Corale San’Antonio). L’accettare, il mettersi in discussione, il tentare dopo aver fallito fa parte della vita della Chiesa, della vita di ogni giorno, dove propedeutico è essere lealmente disposti a farlo, a sporcarsi le mani dopo averle lavate e risporcarsele di nuovo e così ancora, ed ancora senza cedere al diavolo tentatore che sussurra che altrove può essere più facile…..illusione e tentazione allettanti.
Voglio ringraziare quanti, e sono davvero tanti, che tengono duro nonostante le prove, le tentazioni illusorie e molto umane (troppo umane) capaci di ricominciare ogni giorno accanto a persone a cui si vuol bene ed accanto a qualcuno che magari non si sopporta. Grazie a ciascuno di voi che mi é di esempio, lo è per la comunità tutta nella semplicità del servizio e nel cercare di mettere in campo i propri carismi nella verità, nell’amore e nel saper sopportare ed andare oltre le piccolezze umane che tentano solo di dividere, di fare il proprio interesse. Così siete capaci di sconfiggere il diavolo, la tentazione. A ciascuno di Voi, la mia preghiera, la mia stima e tutto l’affetto che tramite la mia povera e sgangherata persona vi arriva dalla comunità riconoscente e non.
Non scoraggiatevi nel fare il bene, nel tentare ogni giorno, nel fare nonostante tutto: non è questione di numeri (come qualcuno vorrebbe farci credere), di battersi il petto, di buttarsi in ginocchio, “anche i farisei lo sanno fare”.
Voi solo e Dio sapete quanto fate e con quanto “cuore” donate tempo e carismi perché la nostra comunità cresca, le nostre liturgie siano ricche del contributo di ciascuno senza essere prime donne o uomini, maestri di ogni genere e specie di chissà che perché il Maestro è, e rimane, solo Lui.
Andiamo avanti e il passato sia da monito per tutti noi, per me soprattutto, a confidare molto di più in Dio e non negli uomini. Solo Lui non delude, non tradisce, non abbandona, ma si sporca sempre le mani con i nostri peccati per aiutarci a fare meglio, ci accompagna e ci ama come nessuno può fare, nessuno.
Andiamo avanti epurati, passati nel crogiuolo necessario alla verità per la nostra vita e per le nostre esperienze. Che Dio ci benedica e ci accompagni sempre

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